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KARMA E DESTINO

A cura di carlo zanni

KARMA O DESTINO?

Questo è uno dei dilemmi di maggior discussione tra filosofi e spiritualisti…

Ognuno è causa del suo male, o tutto è già scritto da una “mano superiore” di cui l’essere umano può essere solo spettatore?

Diverse sono le risposte e forse una risposta che possa appagare completamente le nostre menti non c’è, ma per comprendere la differenza tra questi due termini iniziamo a vederne il significato.

Dal sanscrito, karman, ‘azione, risultato, causa che porta a determinati effetti, fato nel senso di conseguenza delle azioni delle vite precedenti’.

Il karma è il “bagaglio” creato dalle azioni che un uomo compie nella personale consapevolezza o inconsapevolezza, al fine che diventi sempre più consapevole delle proprie azioni.

Quando gli effetti di queste azioni gli si presentano di fronte, si prende coscienza di essere i creatori della propria vita e nel momento che si prende coscienza di questo meccanismo, si può utilizzare questo meccanismo come strumento di crescita, come punto di riferimento per analizzare il proprio operato e livello di coscienza.

Osservando gli effetti di ciò che noi stessi abbaiamo causato possiamo comprendere ciò che forse sarebbe meglio cambiare in noi (atteggiamenti, convinzioni, scelte, abitudini ecc…).

Questo include il fatto che una persona debba assumersi la RESPONSABILITA’ delle proprie azioni e di essere esso stesso l’unica causa della propria felicità o infelicità.

L’universo non è ne buono ne cattivo, ma è composto da energia che si comporta come pongo da plasmare.

Essa viene modellata dai nostri pensieri, emozioni, sentimenti e azioni.

Il karma serve dunque a questo: a renderci consapevoli e responsabili di essere Divini co-creatori che interagiscono con le infinite possibilità che la vita ci offre, dipende da come le vogliamo sfruttare!

Pagare il prezzo delle proprie azioni è giusto, perché ci insegna a comprendere dove sbagliamo vivendole su noi stessi, quando queste tornano indietro.

E’ per questo principio che qualcuno nasce in certe condizioni diciamo privilegiate e altri in condizioni di estrema difficoltà economica o sociale.

Tutto questo può essere evitato con un percorso consapevole, chiedendoci quale è la lezione da imparare e predisponendoci a crescere, a analizzarsi e a evolvere.

Senza un percorso consapevole e volontario, l’essere umano impiegherebbe milioni di anni per evolversi nella coscienza e soprattutto “a suon di martellate”.

L’etimologia della parola destino si ricollega alla radice indoeuropeasta-, da cui il greco ἵστημι (istemi) = io sto. Dalla stessa radice il latino de-stinare (prefisso de+stinare, forma allungata di stare).

Letteralmente quindi, il destino è l’esito finale di un avvenimento che “sta”, che “si trova”sin da ora prestabilito, prefissato, necessariamente determinato secondo una successione temporale di eventi intermedi, determinati, a loro volta dalla concatenazione di cause e di effetti.

Il concetto di destino (a differenza del concetto di “fato”), nonostante lo si intenda come determinato da forze naturali o soprannaturali che sfuggono al pieno controllo umano, tuttavia lascia all’uomo un margine di modificabilità per mezzo della volontà e della ragione, restituendogli la dignità di creatura libera.

Dunque il vero confronto sarebbe da fare tra Karma e fato, non con il destino, ma questa è prettamente una disquisizione terminologica.

Il destino è dunque un qualcosa che accade come un libro già scritto o un copione da seguire?

La definizione più saggia che abbia mai sentito è questa: “un uomo fa tutto ciò che può fino a che il suo destino gli si rivela”, frase tra l’altro tratta dal bellissimo e consigliato film “l’ultimo Samurai”.

In un qualche modo questa frase potrebbe sembrare che escluda il libero arbitrio a cui tanto teniamo e che è invece alla base del principio del Karma…

In realtà la coscienza in noi si sviluppa giorno dopo giorno e l’intelligenza che la governa è il nostro vero essere.

Questo processo tra Karma e destino serve a farci ritornare coscienti della nostra vera identità, a unire il nostro io personale egoico, con questa “intelligenza cosmica”.

A mio avviso la domanda non è se credere al Karma o credere al destino, esistono entrambi e forse la riflessione più interessante è che il karma va osservato e il destino va accettato, poiché vi è un disegno più grande che l’intelligenza cosmica muove, con noi compresi..

A volte riusciamo a vedere il senso di un esperienza solo dopo anni , solo dopo che siamo riusciti a uscire dalla sofferenza creata da quell’esperienza.

Più ci allontaniamo a livello di tempo e di coinvolgimento, meglio ne comprendiamo il senso.

Sarebbe come osservare un enorme mosaico da un cm di distanza, sarebbe insignificante, ma osservato da qualche metro di distanza sicuramente sarebbe molto più chiaro.

L’essere umano non è in grado di vedere il disegno completo, ne percepisce un piccolissimo pezzettino e per quello che ne può percepire lavora con il suo libero arbitrio cercando di risolvere e cambiare i problemi che gli si pongono di fronte, ma a volte le cause rimangono celate perché non si hanno ancora gli occhi per vedere il quadro generale, è un processo lento e profondo, che può però essere accelerato aprendo il Cuore e la mente.

carlo zanni.

Libro consigliato “E venne chiamata Due Cuori” Marloo Morgan.

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